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196 | serafino ricci |
una ne abbiamo nella Collezione lapidaria del Museo, da Forno di Rivara (catalogo n. 3397). S. Martino Canavese ci diede un vaso d’argilla giallognola, citato e illustrato dal compianto avv. Vittorio Del Corno1.
Tutta la zona d’Ivrea e delle sue torbiere, giù fin oltre Piverone e il Lago di Viverone, è conosciuta fin dal tempo preromano, e splendidamente rappresentata al Museo di Antichità in Torino dalla Collezione Gastaldi2, che prima trovavasi al Museo Civico3. Palazzo Canavese, che è fra Piverone ed Ivrea, trovasi sulla via romana che da Lomello (Laumellum) per Vercelli (Vercellae) conduceva ad Ivrea, passando appunto per Dorzano e Piverone; è quindi verosimile che, se finora esso non ha dato molto agli studi archeologici, ne possa dare in sèguito, per scavi fortuiti o sistematici che siano condotti lungo la strada romana.
- Torino, Maggio 1897.
- (R. Museo d’Antichità).
- ↑ Vedi Atti della Società di Arch. e B. A. in Torino, II, p. 120, tav. V, n. 9.
- ↑ Vedi Gastaldi B., Nuovi cenni sugli oggetti di alta antichità trovati nelle torbiere e nelle marniere dell’Italia. Torino, Marzorati, 1862; Iconografia di alcuni oggetti di remota antichità rinvenuti in Italia, in Memorie dell’Accademia delle Scienze di Torino, serie II, tomo XXVI (1871). Cfr. dott. De Agostini; Le torbiere dell’anfiteatro morenico d’Ivrea in Rivista geografica italiana II (1895), sc. V, pag. 287.
- ↑ Sul trasporto della Collezione Gastaldi dal Museo Civico al R. Museo d’Antichità, vedi in questa Rivista di Numismatica, IX (1896), pag. 245, n. 5.