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lo zecchino di porcía l65

COMES AB ORTENBVRG1 arieggia talmente lo zecchino di Annibale Alfonso da rafforzare la supposizione che anche quest’ultima moneta possa essere di Ortemburgo.

Se così fosse, del resto, non sembri audacia la mia, ma a rigor di logica si potrebbe (o piuttosto si dovrebbe) collocare lo zecchino di Annibale Alfonso fra le " monete battute da Italiani all’Estero „, ed elevare Ortemburgo a " zecca italiana „.

Ma senza indugiarci a discutere i motivi pei quali questo zecchino va assegnato a Porcia e non ad altre " zecche „ (per servirci di un’espressione impropria ma ormai tradizionale in Italia), lo stesso più volte citato catalogo del Gabinetto Imp. di Vienna (Monnoies en or, 1759) ci presenta una soluzione elegante, benché empirica, del dubbio intorno a cui discorriamo. Il grande catalogo di Vienna infatti, che per la sua indole stessa, o almeno per ragioni di luogo e di tempo, ci può quasi fornire una " interpretazione autentica „, nella medesima pagina 211 del volume suddetto riproduce i disegni delle monete del Cardinale Vidman intitolandole di Ortemburgo, e piiì sotto ci dà il disegno della moneta di Annibale Alfonso intitolandola di Porcia.

Continueremo quindi senza esitanza, col Promis e con gli altri nostri nummografi, ad annoverare Porcia fra le zecche italiane, quantunque la sua moneta sia certamente battuta al di là delle Alpi.

Diamo ora uno sguardo alle circostanze nelle quali fu coniata.

Intorno all’antichissima origine della famiglia Porcia scrissero, per tacere del Sansovino2, del

  1. Monnoies en or, etc. — (a pag. 211).
  2. Sansovino (Francesco), Della origine, et de’ fatti delle Famiglie illustri d’Italia. In Vinegia, 1582. — (a pag. 240 e segg.).