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132 | francesco gnecchi |
d’Augusto e d’Agrippina madre e non del buon Tito o del grande Vespasiano? E perchè M. Aurelio e L. Vero, dopo alcuni anni che le restituzioni erano cessate, pensarono a restituire l’unica Legione VI di M. Antonio?
Ecco altrettanti problemi che sarebbe certo interessante l’indagare; e, pensando ai quali, fui io pure lungamente dubbioso, finché un bel giorno mi venne la convinzione, che, se essi rimarranno probabilmente per sempre insoluti presi ad uno ad uno nei loro particolari, per la spiegazione dei quali ci mancano ormai i necessari elementi, considerati invece in modo generale, presentano una soluzione molto piana. Mi pare anzi che i diversi problemi accennati, meglio che sciogliere singolarmente, si debbano eliminare in blocco. E, per bene esprimere il mio concetto, mi si permetta di esporre come io, riportandomi a quei tempi, immagino che realmente siano andate le cose.
Premettiamo che uno dei più prepotenti tiranni che dominano le umane vicende, è l’uso; ed anzi, per adoperare un’altra parola, la quale, sotto una veste più leggera e con un’apparenza assai poco scientifica, esprime però più precisamente il mio pensiero, la moda. Questa dea o semidea, che sembra portare con se il profumo della freschezza e della novità, è vecchia quanto il mondo e venti secoli or sono esercitava il suo fascino precisamente come lo esercita al giorno d’oggi e come verosimilmente lo eserciterà sui mortali fin che questi passeggeranno sotto la volta del cielo.
Orbene, senza ricercare cause recondite e profonde, io penso che a lei sola si debba attribuire l’apparizione, la successiva trasformazione e il cessare delle restituzioni. Una modificazione nella monetazione romana è un semplice episodio che riesce assai facilmente spiegabile con quella sola causa, alla quale