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128 | francesco gnecchi |
Dopo Trajano l’uso delle restituzioni è abbandonato, e non è se non a un secolo e mezzo di distanza, ossia all’epoca di Filippo o di Gallieno, che troviamo una nuova serie di restituzioni imperiali coniate coll’argento di bassa lega che allora correva; ma queste si chiamano abusivamente restituzioni, o per lo meno non lo sono nel senso in cui intendiamo le restituzioni ordinarie. Sono denari coniati al nome e ad onore di antichi imperatori e precisamente di Augusto, Vespasiano, Tito, Nerva, Trajano, Adriano, Antonino Pio, Marco Aurelio, Commodo e Settimio Severo, col costante rovescio della consacrazione, rappresentato o dall’ara accesa o dall’aquila; ma senza la minima intenzione di arieggiare una riconiazione d’antiche monete, meno forse un’unica eccezione, quella che riproduce al rovescio di Trajano il tipo della VIA TRAIANA.
L’epoca di tale coniazione non è bene precisata ma deve certo oscillare fra il regno di Filippo e quello di Gallieno; dal tipo però si attribuirebbero più volentieri al primo che non al secondo e potrebbe darsi che fossero state coniate in occasione della celebrazione del millennario di Roma, fatta una eccezione pel denaro sopra accennato col rovescio della Via Trajana, il quale, dalla fabbricazione, si direbbe coniato al tempo di Gordiano Pio.
DEFINIZIONE E CARATTERI DELLE RESTITUZIONI.
Contrariamente alle monete postume dei primi due gruppi, che sono di conio affatto originale, le restituzioni portano nel loro stesso nome il significato d’una rievocazione. Difatti ecco come esse sono definite nei trattati di numismatica:
" Monete restituite sono quelle che furono riconiate