Pagina:Rivista italiana di numismatica 1897.djvu/134

126 francesco gnecchi

crazione pure si spiegano assai facilmente, essendo monete commemorative dell’ultimo glorioso episodio dell’Augusto divinizzato; mentre quelle che diedero più a pensare ai nummografi furono le monete restituite. Intorno ad esse si formò un complesso di problemi, alla soluzione o alla eliminazione dei quali potrà forse contribuire l’esposizione piana e precisa dello stato di fatto, il che è ciò che tenterò di far(;, prima di entrare ad indagarne l’origine e lo scopo.


PERIODO DELLE RESTITUZIONI.


Le Restituzioni non sono molto numerose; pochi sono i nomi che vi figurano come restituiti e pochissimi quelli dei restitutori; breve è quindi il periodo in cui quest’uso durò presso i romani. Le più antiche sono quelle di Tito e Domiziano, le più recenti quelle di M. Aurelio e L. Vero, senza che neppure vi sia una continuazione di nomi in questo breve lasso di tempo.

Tito e Domiziano inaugurarono questa serie con monete di bronzo e non furono seguiti che da Nerva; o, per esprimere la cosa più esattamente, fu il senato che, durante il regno di questi tre imperatori, restituì alcuni de’ suoi bronzi, sesterzii, dupondii ed assi (tutti portano le lettere S C) coi nomi di precedenti imperatori, incominciando da Augusto.

Al nome di Tito il senato restituì monete di Augusto, Livia, Agrippa, Tiberio, Druso, Nerone Druso, Germanico, Agrippina Madre, Claudio e Galba.

Al nome di Domiziano, monete di Augusto, Agrippa, Tiberio, Druso, Germanico, Claudio.

Al nome di Nerva finalmente, monete d’Augusto e d’Agrippina Madre.

L’imperatore Tito, l’inauguratore delle restituzioni, ne fu anche il più abbondante produttore. Domi-