autonomo. Fra i follari di Gaeta, quelli del Duca Ruggiero, di Tancredi, colla testa di leone; di Enrico VI e Costanza con imp. iae . maiesta. Della più alta importanza è il denaro battuto nell'881 a Oria da Gaideriso ex-principe di Benevento, in nome e sotto la protezione di Basilio, Leone e Alessandro, imperatori d’Oriente. Interessantissimo il carlino battuto a Lecce dal principe di Taranto, a nome di Renato d’Anjou. Nella ricchissima serie napoletana, citeremo: i denari di Basilio e Atanasio II: il follaro autonomo del 1137; il mezzo saluto d’oro di Carlo I d’Anjou; il carlino di Giovanna I e Luigi di Taranto e quello di Carlo III Durazzo; il mezzo carlino di Ladislao e quello di Giovanna II; la doppia d’oro di Ferdinando I d’Aragona col busto; il ducato d’oro d’Alfonso II col ritratto di suo padre; il ducato, il carlino di Ferdinando II; il ducato d’oro di Lodovico XII di Francia; quello di Ferdinando il Cattolico e Isabella coniato a Napoli da Giacomo Tramontano nel 1503, unico; il mezzo scudo ossidionale di Carlo V, battuto a Napoli nel 1528; il mezzo scudo e le sue frazioni dello stesso coll’aquila a due teste; il tari di Filippo III col ritratto di Margherita d’Austria; il mezzo ducato dello stesso e il suo ducato e mezzo ducato d’argento del 1617 col motto: qvod vis.; i diversi tipi del ducato e mezzo ducato d’argento di Filippo IV; la prova dello scudo d’argento del 1636 col motto potentes fvlminas hostes; il tari coi busti accollati di Carlo II e di Maria Anna tutrice, unico. I tre rarissimi cavalli di Ferdinando I, battuti ad Amatrice. Fra le monete Siciliane (Messina e Palermo) noteremo il carlino di Alfonso I d’Aragona, di tipo napoletano; il ducato d’oro di Giovanni II d’Aragona; il doppio reale di Ferdinando il Cattolico col suo ritratto; il mezzo ducato d’oro di Carlo V, pure col ritratto; la doppia oncia d’oro di Carlo VI col motto: avstriacis radiis clarior e la veduta della Sicilia, unico; il mezzo scudo palermitano Filippo V col motto: fidelitas . felicitatis . omen e il 4 tari con: clavso iani templo. Nella ricca serie di Salerno: il due tarì d’oro di Gisulfo II colla doppia leggenda latina e cufica; il follaro di Gisulfo II; quello di Gisulfo I, con amor popvli: e quelli di Roberto Guiscardo, di Guglielmo duca col tipo del cavaliere, e quello di Ruggero II. Citeremo finalmente