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VARIETÀ


Vendita della Collezione Sambon. — Da molti anni il Cav. Giulio Sambon attende con infinita cura a raccogliere le monete medioevali dell’Italia meridionale principalmente collo scopo di dare una illustrazione di quelle zecche poco studiate finora e quindi poco conosciute. Il lavoro illustrativo è ormai compiuto per opera del figlio Dott. Arturo Sambon e vedrà presto la luce, pubblicato per cura della Società Napoletana di Storia patria.

Raggiunto con questo l’intento principale della Collezione, questa sarà ora dispersa al pubblico incanto; e se ne incomincerà la vendita il 5 prossimo aprile in Milano presso l’impresa di Vendita dello stesso Cav. Giulio Sambon.

Iniziata nel 1865, la Collezione Sambon potè arricchirsi di quanto offrivano di interessante per la serie meridionale le Collezioni Fusco, Tafuri, Spinelli, Rossi, Fasi, Boyne ed altre vendute da quell’epoca in poi, ed ora può considerarsi come un insieme veramente prezioso per quanto riguarda le zecche napoletane, e come la più completa fin qui apparsa in vendita.

Fra le maggiori rarità, ci basterà citare il Tarì d’Amalfi dell’imperatrice Costanza e l’altro di Enrico VI colla leggenda henricvs sextvs romanor/ imperator: la moneta d’argento battuta ad Amalfi nel 1251. Fra le monete di Aquila, il mezzo carlino di Giovanna II, il carlino di Alfonso I, l’armellino di Ferdinando I, ecc. Fra quelle di Benevento, il soldo e terzo di soldo, unici, di Luitprando colla madre Scauniperga, ecc. Fra quelle di Brindisi: i rarissimi multipli di Tarì di Corrado, Manfredo e Carlo d’Anjou e i denari di Carlo III e Giovanna II. Di Capua, i follari di Pandolfo IV, di Riccardo, di Roberto II, ecc. Di Civitaducale, il bolognino