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illustrazione di una moneta inedita di fabriano 103

per avventura strano od inverosimile che sovra una delle sue monete abbiasi voluto serbare ricordo di sì bella prerogativa.

Se mi dilungassi più a lungo su tale proposito abuserei gravemente della sua compiacenza e però faccio punto, bastandomi di avervi richiamata la sua attenzione, ed aggiungerò soltanto che, dei due esemplari di cotale piccolo già da me posseduti, uno, il meglio conservato, pesava come il suo, milligrammi 550, e l’altro, alquanto logoro, non arrivava a m. 500. In entrambi poi lessi chiaramente: ivl. car. mediceb. anziché medices, per cui, piuttosto che errore, potrebbe ritenersi in quella finale b1 adombrato il coniatore od il massaro della zecca.

Ma poiché Ella fu sì cortese da leggere questa tiritera, vuole concedermi ch’io aggiunga altra breve osservazione, pur restando entro i limiti della zecca fabrianese? Sì? Ebbene, eccola. Io sono d’avviso che il quattrino del Cardinale Giuliano de’ Medici, riportato dal Ramelli, sia identico a quello ch’Ella inseriva sotto il n. 4 della ristampa della sua memoria, quale una varietà nuova di esso. L’esemplare veduto dal Ramelli era in parte logoro, come prova la lacuna della scritta alla destra del Santo, e quella corrosione impedivagli senza dubbio di ravvisare ciò che vi fosse da quello stesso lato fra il Santo e la leggenda. Un più integro esemplare palesò a Lei in quel sito l’incudine, arme e simbolo parlante di Fabriano; con ciò Ella pose in sodo per sempre quel quattrino e fece ottimamente.

Mi creda con particolare stima

Venezia, il dì 20 Marzo 1868.


Suo Devotissimo

Carlo Kunz.





  1. Questa lettera è l’iniziale del nome dello zecchiere Niccolò Baldantonj di Gubbio. (Nota della Direzione del Bullettino).