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102 | carlo kunz |
frontando tale disegno con quello da Lei riportato, vi scorgo fra l’uno e l’altro notabile divario nella rappresentazione che occupa il campo del secondo lato di essi, abbenchè a me sembri che in ambo i casi trattisi di una stessa moneta. Chi fece quel suo disegno vide nell’oggetto in questione l’incude col sovrastante martello, arme della città di Fabriano, ma temo che la non perfetta conservazione di quel pezzo e la rimembranza d’altra moneta riportata dal Ramelli, sulla quale compariscono quei simboli, abbiangli fatto prendere abbaglio.
Sovra gli esemplari da me osservati stava altra cosa, cioè un edifizio. A prima vista sospettai potesse desso per avventura raffigurare il forte castello di quella città, ma, notando le varie parti ond’era costituito, abbandonai tosto cotale idea. Ed infatti, quel tetto acuminato, quella linea orizzontale intermedia e quegli archi sottoposti, dimostrano trattarsi qui d’altra specie di costruzione, più umile e posta in basso loco, a livello di un piano. Notato ciò, non era difficile immaginare come quel complesso avesse per iscopo di rappresentare o simboleggiare un molino o fabbrica di carta, e parmi rispondano mirabilmente a tale concetto la forma semplice dell’edifizio, gli archi sul quale s’erge, i quali sarebbero le vôlte del canale per entro al quale scorre l’acqua, alimento indispensabile di siffatti opifici, e perfino l’oggetto ricurvo sporgente dal destro lato del casamento, nel quale sono disposto a ravvisare la ruota che trasmette l’impulso agli interni congegni della officina.
È noto il vanto che gode la città di Fabriano di essere, se non la prima, come vorrebbero il Tiraboschi ed altri, perchè la Spagna potrebbe forse contestarle tale primato, al certo fra le primissime che abbia introdotto la preziosa industria della fabbricazione della carta di stracci di lino, avendosi documenti della fine del secolo XIII che lo comprovano. È notissimo altresì quanto codesta industria vi abbia dappoi sempre prosperato, favorita mirabilmente dalle felici disposizioni dei suoi abitanti, dall’aria saluberrima e dall’acqua perenne del fiume Giano che l’attraversa, e come fino al dì d’oggi le sue fabbriche di carta si mantengano floride, e conservino l’antica tradizionale loro fama, in onta ai tanti nuovi trovati dell’industria. Così essendo, a nessuno sembrerà