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miscellanea numismatica 99

Vienna, furono fatte in tempo posteriore alcune prove in piombo o col metodo della galvanoplastica, che possono vedersi nelle raccolte. Il signor cav. Morbio afferma di possedere cotale rarissimo pezzo in argento e della stessa provenienza di quello del Gabinetto di Brera, e ce ne congratuliamo sinceramente. Ai leggitori che non avessero sott’occhio la Rivista della Numismatica, non sarà discaro di vedere al numero 11 della tavola una fedele immagine di codesto interessante progetto.

Oltre le monete da cinque franchi e da un franco, fuse in Cattaro, durante l’assedio dell’anno 1813, esiste quella da dieci franchi, più rara bensì di quelle, ma già prodotta nella Storia metallica della Rivoluzione francese del Millin ed in altre opere. Cotale doppio scudo non diversifica dallo scudo semplice che nelle proporzioni di peso e di modulo e nelle note del valore e del peso inscrittevi.

Pongo fine a questa digressione rivelando una moneta la quale, se restò ignota al chiarissimo signor cav. Morbio, sfuggì del pari alle ricerche dei molti egregi autori che usarono la loro diligenza a raccogliere ed illustrare le monete del tempo a noi più vicino. Povero n’è il concetto e rozzo il lavoro, ma interessante riesce per le circostanze in cui emerse, e merita se ne conservi memoria, di preferenza alla maggior parte dei gretti e monotoni prodotti delle zecche moderne.

È questo un pezzo da 25 centesimi, di necessità, operato nell’anno 1814 entro la fortezza assediata di Palma Nuova. È consimile al notissimo pezzo da 50 centesimi emesso ivi nella stessa occasione, e l’immagine che può vedersene al numero 12 della tavola mi dispensa dal farne la descrizione.

Il solo esemplare venuto a mia cognizione è posseduto dall’egregio sig. professore Gian Battista Dal Negro di Udine, possessore di belle raccolte scientifiche e distinto per rara erudizione non meno che per singolare affabilità e modestia. Di bassa lega come il pezzo maggiore, pesa grammi 9,650. È probabile che la emissione di tale moneta non abbia avuto luogo, ma sia rimasta allo stadio di progetto, per esserne cessato poco appresso il bisogno che ne faceva decretare lo stampo.

Venezia nell’aprile del 1866.