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50 | vincenzo capobianchi |
i censi, d’indicare nelle rinnovazioni dei contratti il denaro col quale era stato costituito in origine il censo da mantenersi in rapporto delle successive specie monetarie sostituite. Ed è per questo fatto che nel XIII secolo ritroviamo ancora censi e livelli stabiliti e rinnovati in denari pavesi antichi, abbenchè di quella specie ne fosse cessata la battitura in Pavia già dalla fine dell’XI secolo.
Ai 16 ottobre del 1164 Ildibrando abate del venerabile monastero dei SS. Cosma e Damiano di Roma cedeva e locava a Bovo figlio di Bovone una casa posta sul Gianicolo al prezzo (sborsato alla stipulazione) di " XV solidos provisinorum„ . Oltre il censo annuo da pagarsi al monastero alla festa dei suddetti SS. Cosma e Damiano di " unum denarium papiensem, vel duos lucenses, vel duos provisinos„1.
E a’ dì 3 luglio dell’anno 1177 Bobone abate del suddetto monastero vendeva ad un tal Nicolino d’Alfedocia un casalino sito in Trastevere nel luogo detto Canapina per " quinque solidos bonorum provisinorum„ purché ogni anno corrisponda al monastero a titolo di pensione " dimidium denarium papiensem vel unum affortiatum„. Obbligandolo inoltre nel caso di vendita del suddetto Casalino, di preferire il monastero al minor prezzo " commimus (quod minus) sex denarios papienses vel duodecim affortiatos, vel provisinos „2.
Per bene intendere le differenze di prezzo al quale ritroviamo tassato il denaro pavese nei quattro precedenti atti conviene riportare alla memoria quello