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il denaro pavese ed il suo corso in italia 45

4) Libbre IIII e soldi VI (soldi 86) di denari pavesi (den. 1032).

5) Soldi XXXIII e mezzo d’imperiali (den. 402).

Dividendo perciò l’odierno peso effettivo del marco di colonia di grammi 233. 8123, che si ritiene essere tuttavia l’antico, per ciascuna delle suddette quantità di denari, ragguagliando l’argento fine a lire 222 al Kilogrammo, che è il prezzo assegnato al nostro argento monetato, ottengonsi i seguenti prezzi: centesimi 8 scarsi (7,724268) per il denaro genovino: centesimi 9 (8,980122) per il denaro lucchese: centesimi 5 (5,0296542) per il denaro pavese: centesimi 13 (12,9120064) per il denaro imperiale.

Nella tariffa genovese trovasi eziandio menzionato il marco di Pavia, ma senza indicazione della sua equivalenza. Or bene noi ritroviamo per avventura quest’equivalenza nell’atto solenne di concordia celebrato a di 12 maggio del 1162, e stipulato nella chiesa di San Salvatore fuori la città di Pavia, fra l’imperatore Federico I ed i Piacentini che si obbligarono di pagare "domino imperatori et domine imperatrici et curie VI milia marcarum examinati et puri argenti, vel pro unaquaque marca IIII libras papiensium denariorum1. Raramente s’incontra in documenti tanta chiarezza d’analogia. Nell’atto di concordia rogato nella stessa città di Pavia intendesi del marco papiense ed è perciò che se ne tralasciò il nome, mentre nella tariffa genovese, perchè usato fuori del territorio di Pavia e di più unitamente al marco di Colonia che aveva differente e più elevato peso, occorse dire il nome ancora del marco pavese.2.


  1. Boselli G. V., Delle Storie Piacentine, Tom. I, app. di Doc. p. 313.
  2. Il motivo che induceva il Brambilla a credere che il marco di Pavia nell’anno 1162, avesse lo stesso effettivo peso del marco di Co-