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di un ducato di leone x coniato a bologna

detto maestro di zecca, e solo l’ultima volta, nel documento 171, è nominato assaggiatore; ma non mai incisore; come è dato argomentare anche dalla riserva della somministrazione delle stampe, ch’ei fa ne’ diversi contratti coi Conservatori2.

Da un documento però dell’Archivio Comunale di Modena, del quale avrò ad occuparmi poco appresso, rilevasi che l’incisore delle monete di Leone X, coniate a Modena, fu certo Giovanni Villanova, ignoto allo Zani3, e pur anco al dotto e solerte investigatore marchese G. Campori, che non lo ricorda nel ricco suo Catalogo poc’anzi citato.

Passando poi ad esaminare i rovesci di entrambi i ducati, noteremo che nel bolognese è uguale a quello dell’altro coll’arme del Pontefice nel diritto, avente cioè la figura stante di prospetto di s. Pietro, antico patrono di Bologna, colle chiavi nella d. e libro chiuso nella sin., e col solito motto in giro: bononia docet, e due armette ai lati del Santo, l’una della Città, l’altra del Card. Giulio de’ Medici, Legato di essa; la quale figura legittimamente nel nostro ducato, stante la dignità e carica, che il cugino di Leone X aveva, di Cardinale Legato della città nostra. Ma non può dirsi altrettanto del ducato di Modena, dove il predetto Cardinale non aveva speciale giurisdizione; stantechè, come è noto, durante la temporanea dominazione pontificia, Modena fu sempre retta da un Governatore laico, che ne’ tempi, di cui discorriamo, era il celebre storico e statista Francesco Guicciardini. Non si saprebbe quindi giustificare pienamente la presenza dell’armetta medicea sormontata dal cappello cardinalizio, quale presenta il ducato posseduto da S. A. R. il Principe di Napoli4, se non ricorrendo alla supposizione, che l’incisore avesse ritenuto conveniente intromettere l’arme del Cardinal

  1. Crespellani, Op. cit., pag. 211.
  2. 1501. Die xxiij Julij. Venit Magister Rafainus et obtulit se paratum erigere officinam ceche dummodo sibi provideatur de mansione et sibi provideatur de stampis primis etc. (Crespellani, Op. cit., pag. 204), e altrove: 1513. Die vij Jan, Venit M. Rafainus Magister Ceche erigende et obtulit se paratum cudere monetas.... datis sibi pridie stampis, etc. (Op. cit., pag. 207).
  3. Enciclopedia metodica delle belle arti, Roma, 1821. Vol. XIX, in-8.
  4. V. fig. 2.