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allora gli fu concesso per gli stessi capitoli1. E così dovettero andare le cose sino ai 29 di agosto del 1519, sotto la quale data leggesi, sempre ne citati Verbali, che fu presentato un Proclama papale2 sopra le monete doro, d’argento e di rame, intorno al quale furono dette più cose; concludendo però di aspettare e vedere ciò che era per fare la zecca di Bologna; al quale effetto incaricarono ser Francesco Massaro de’ banchieri, presente e accettante, a prendere le opportune intelligenze3.

Quale risultato avessero queste pratiche non è dato conoscere per documenti; e molto meno la ragione, onde la nostra zecca s’indusse a questa specie di plagio, riproducendo identico il diritto del ducato modenese; quando pure per imperiosa circostanza non fosse stata costretta a procacciarsi il punzone da quella di Modena; con che verrebbero a spiegarsi le lievissime differenze, che a mala pena si scorgono fra l’uno e l’altro diritto4.

Conoscendosi il tempo della coniazione del ducato modenese, è agevole inferirne la data approssimativa di quello di Bologna, la quale deve cadere fra il secondo semestre del 1517 e il primo dicembre 1521, in cui mancò di vita Leone; e ciò quanto al diritto, giacchè pel rovescio non avevasi che a far uso di quello già improntato ne’ ducati coll’arme del Pontefice.

Resta ora ad indicare l’incisore di esso ducato; perocchè Rafaino, che ne’ molti documenti della zecca modenese riportati dal cav. Crespellani s’incontra più volte, vi è sempre

  1. Arch. Comun. di Modena. — Vacchetta dei Partiti Comunali, a. 1517, pag. 79b. (Segn. R. III, 83).
  2. È un Motuproprio di Leone X risguardante la coniazione delle monete di qualsiasi metallo nelle città di sua giurisdizione: Dat. Romae apud S.m Petrum die xviij Junij m. d. xviiij; che però non fu letto al Consiglio generale di Modena che il 29 agosto 1519.
  3. Vacch. cit., a. 1519, a fol. 99a, sotto la data 29 agosto 1519: Tandem dictum fuit expectari et videri quid factura sit Civitas bononie; et ideo ut intelligat ser Francisco massaro banchario presenti acceptanti cura data fuit.
  4. Ivi, a fol. 99: Chunei stamparum monetarum m.ri Rafaini dela Cecha dati fuerunt d.no Jac.o Scanarolo penes se acceptanti.