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ritrovandose in questi anni proximi passati la moneta de le doine overo treine vostre mantovane molto mancare de la valuta del corso qual haviano, nuy per contemplatione de la S. V.a non li volsimo fare nè lassare fare no vitate alcuna perfin ad tanto che da la S. V.a furono prima abatute in Mantoa. „ [Classe: Zecca]1.

535. — 1459, ottobre 5, Milano. — Pietro Accettanti ed Ettore Marchesi, officiali sopra le monete, informano il duca di Milano di "soldini cento del stampo novo dela V. Ill.ma S. falsi„ trovati "ad uno sartore e a lui„ numerati per uno angelino usuraio che sta per mezo lo prìstino di scanzi.„ Notizie d’altre spedizioni clandestine per parte di detto Angelino usuraio, alleato di Bartolomeo ed Antonio, padre e figlio Vistarini. [Classe: Zecca].

536. — 1460, febbraio 27, Milano. — Uditi i lamenti, specialmente dei mercanti, il duca di Milano revoca il decreto di Filippo Maria Visconti, in data 6 gennaio 1410, che ordinava che i contratti si dovessero fare in moneta e non in ducati, concedendo "posse a modo fieri et contractus et distractus quoscumque et promissiones et obligationes quascunque vicissim et ad auream monetam et aureorum ducatorum cursum ac pretium perìnde ac argenteam prout placuerit„. [Trivulziana. Cod. n. 1399, fol. 107 t.].

537. — 1461, maggio 31, Borgo San Donnino. — Andrea da Cornazzano, officiale sopra le frosationi notifica al duca di Milano l’arresto fatto di “uno merchadante il quale andava spendendo monete false et ne fa mercha-

  1. In egual giorno lo Sforza scriveva a1 suo oratore presto Pio II, Ottone del Carretto, perchè gli comunicasse l’incidente onde purgare “la innocentia nostra„ perchè il papa non credesse “facessemo fare monete cattive et triste„. Intendere invece che Cristino Francesco Bevilaqua in S. Prospero Bolognese abbia battute molte monete false “et maxime del nostro stampo„ (Ibid.).