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386 | valentino ostermann |
Dall’esame dei denaretti di Sebastiano Ziani parmi si debbano ritenere più antichi quelli che hanno al rovescio l'iscrizione ∽ · MHRCV ∽ con l’H aperto, avendo il tipo più arcaico ed arte più trascurata, mentre quelli col ∽ · MARCV ∽ con l’A chiuso in alto, sono meglio lavorati, e quasi identici a quelli del successore colla leggenda · AVR · DVX · i quali sarebbero quindi il primo tipo del Malipiero. D conio sarebbe stato perfezionato poi con la leggenda AVRIO DVX; non è però esatta la parola perfezionato, perocchè l’arte, e forse anche l’intrinseco, sono peggiorati.
Di Verona vi sono pochi denari piccoli imperiali con le leggende indecifrabili, anche se discretamente conservati, alcuni superano nel peso quelli veneziani; gli altri, se pur pesano meno, mostrano però quasi tutti d’aver subita quell’operazione, sì frequente in allora, della tostllura per tagliar via l’argento. In uno solo ho potuto decifrare la leggenda scritta a rovescio: ∽ VↃIЯNƎH in caratteri molto rozzi. Dei comuni piccoli del periodo autonomo ne trovai cinquantadue soltanto.
Finalmente di Trento, come ho detto, rinvenni sei denari in quattro varietà, ed una monetina rotta e mancante d’un pezzo, del tipo dei denari piccoli di Venezia nella quale da un lato si legge: + PI∽CO... dall’altro non ho potuto decifrarla. La croce centrale, d’ambo i lati, è simile a quella al n. 9 di Enrico Dandolo, anche questo pezzo l’attribuirei a Trento, il dominio dei cui vescovi, confinando coll’Agordino mi spiega la possibilità della presenza di quei piccoli nummi nel ripostiglio.
Riporto l’elenco delle monete le quali sono disposto a cedere, eccettuate le uniche, tanto a pezzi separati come in blocco, a prezzi assai miti.
VENEZIA.
Enrico III o IV imperatore.
Enrico Dandolo.