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di un ritrovo di monete, ecc. | 385 |
Come e perchè sia stato nascosto lassù quel tesoretto non si può indovinarlo, per il silenzio d’ogni memoria di quei tempi oscurissimi per una regione quasi ignorata. Sia stata la cassa di guerra d’un comandante, od il peculio per pagare gli operai delle vicine miniere, la ricchezza d’un avido castellano che temeva un improvviso assalto, od il bottino d’una rapina della quale occorreva occultare la prova di fatto, è certo che chi lo seppellì moriva senza averne potuto palesare l’esistenza, e che il nascondiglio non fu fatto più tardi del 1230, perocchè le più recenti monete, e le meglio conservate sono i grossi di Pietro Ziani morto nel 1229.
Per que’ tempi, circa 18000 denari parvi, che corrisponderebbero approssimativamente a 75 lire di grossi, aveano una potenzialità economica che non era certo alla portata di ognuno.
Esaminate nelle lunghe veglie d’inverno le monete, non trovai dei desiderati bianchi che uno abbastanza comune di Enrico imperatore, ma a compensarmi in parte del sacrifizio fatto, rinvenni sei rare monetine dei vescovi di Trento, poi alcune di Verona, e numerose varietà dei piccoli veneziani, come dall’elenco che riporto qui sotto.
Queste numerose varietà, quasi tutte sconosciute fin oggi ai nummografi — anche dopo la diligentissima e splendida pubblicazione fatta dal Conte Nicolò Papadopoli che riassume tutti gli studi fatti fin ora sulla zecca di Venezia1 — le credo interessanti perchè possono offrire materia di studio, e dare forse la chiave per scoprire quei frequenti prodotti dei falsificatori, contro cui, con poco successo, si rinnovavano le gride e i decreti dei Dogi e della Signoria. E mi confermano in tale pensiero il tenuissimo numero (uno, due, otto al più) trovato quasi per ogni varietà fin’ora inedita, l’imperizia dell’incisore, che traspare da taluni di quei piccoli, ed anche la stessa conservazione più scadente, che accennerebbe ad una lega più bassa.
- ↑ Nicolò Papadopoli, Le monete di Venezia descritte e illustrate coi disegni di C. Kunz. Venezia, Ongania, 1893, vol. I.