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monete italiane inedite della raccolta papadopoli 347

Queste ed altre varietà di minore importanza mostrano che la fabbricazione dei testoni era assai copiosa in quel tempo; ma è da notarsi la differenza d’intrinseco nei vari pezzi. Per esempio quello che porta il n. 13 è di buon conio e di buon argento, gli altri due sono di lavoro meno accurato e di pessima lega. Il n. 14 ha le traccie dell’argentatura superficiale, mentre un solco ed un buco esistenti nel n. 15 indicano ch’esso è rimasto qualche tempo infisso sul banco di una bottega, come si usava fare in quel tempo delle monete false che infestavano la circolazione. Vincenzo Promis1, pubblica un testone di Lodovico II con S. Martino simile al mio per lavoro e per lega e lo crede una contraffazione del tempo. Ho anzi il sospetto che tali falsificazioni si facessero dagli stessi appaltatori della zecca per rifarsi delle forti somme pagate al signore.



16. — Rame, peso grammi 1,81.

   D/ — Testa a destra ...ESSER...
   R/ — Due linee in croce dividono il campo in quattro quarti dove sono disegnati due leoni rampanti e due aquile bicipiti.

Nuova contraffazione del quattrino milanese in cui si rileva il nome di Messerano ma non quello del principe, che però deve essere Paolo Besso (1629–1667) il quale, odiato dai sudditi per la sua tirannia ricorse spesso alle falsificazioni per aumentare le sue risorse finanziarie.




  1. V. Promis, Monete di zecche italiane inedite o corvette, Mem, IV, p. 28, tav. III, n. 33.