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il denaro pavese ed il suo corso in italia 27

antica o vecchia, ebbe principio col regno di Ottone I (962-967), terminando al 1100: il secondo, quello della moneta nuova, dal 1100 perdurò fino al 1220, anno in cui veniva assunto al trono Federico II di Hohenstaufen.

Secondo questo scrittore nel primo periodo furono battuti nella zecca di Pavia tre differenti specie di denari1.

1.° 1 denari di Ottone I, che dovendo contenere grammo 1,155 di argento puro, valutato l’argento fine monetato a lire 222 al Kilogrammo, avrebbero corrispondenza con centesimi 25, 64 di odierna moneta italiana.

2.° I denari antiqui-veteres, denari cioè di Ottone III, di Enrico I (II di Germania), di Corrado il Salico, di Enrico II (III) e di Enrico III (IV), sarebbero quelli a’ quali si riferisce il computo delle pensioni che la Curia Arcivescovile di Genova riscuoteva da S. Romolo, ragguagliati al valore di tre genovini2. Il prezzo medio di questo denaro sarebbe di centesimi 24, ossia di tre genovini da centesimi 8.

3.° I pavesi buoni o d’argento, formerebbero l’ultima e più recente specie della vecchia moneta: sono quelli a cui allude il decreto genovese del 1149, ove sono equiparati a due genovini3. Il Brambilla, per ragioni che vedremo in seguito, in luogo di centesimi 16, equivalenza di due genovini, ne eleva il prezzo a centesimi 18, 11.

Per attestato del Caffaro si sa che la nuova moneta pavese fu di due specie: i denari bruni che

  1. Brambilla, Monete di Pavia, pag. 234 e 235.
  2. Atti della Società ligure di Storia Patria. Vol. II, part. II,
  3. Hist. Patriae Monum. Liber Jurium Reip. Genuen. Tomo I, col. 142, dcli, anno 1149 ".... denarios duos ianuensis monete eo quod antìquitus dabant denarium unum papiensem „.