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318 | francesco gnecchi |
monete in oggetti di decorazione personale, come vediamo anche noi frequentissimamente ai giorni nostri.
Rimangono i medaglioni a due metalli, che l’Autore vorrebbe escludere a causa del costo di fabbricazione il quale, a suo giudizio, supererebbe il loro valore intrinseco.
Ma anche il disco a due metalli non è fenomeno esclusivo dei medaglioni, e lo si trova benché con minore frequenza anche in qualche sesterzio specialmente all’epoca da Commodo a Caracalla. Il che vuol dire che probabilmente la fabbricazione a due metalli non era costosa come oggi par lecito supporre. Noi non conosciamo che assai imperfettamente la tecnica del lavoro nella zecca romana e non sappiamo comprendere per esempio come si potessero fabbricare convenientemente i denari suberati, i quali pure, bisogna ammettere, che presentassero un gran vantaggio sulle monete d’argento, il tornaconto essendo l’unico movente della loro fabbricazione. E meno ancora ci riesce comprensibile come fosse conveniente il fabbricare monete di bronzo coll’anima di ferro. Ebbi in dono ultimamente dal Conte Miari di Venezia un sesterzio di Nerone foderato di ferro e così ben fatto in ogni sua parte che, se non ci fosse una rottura accidentale nell’orlo, nessuno si accorgerebbe della frode. Difatti il suo stato attuale di conservazione prova che fu in circolazione per molto tempo. Non occorre esser tecnico per dichiarare che una moneta così fatta costerebbe oggi assai di più che una completamente di bronzo. Il signor Mowat di Parigi mi informa che alcuni esemplari di assi di Tiberio coniati a Lione col rovescio dell’altare ROM ET AVG, pure coll’anima di ferro, vennero trovati pochi anni sono nel fiume Vilaine a Rennes. Sono pezzi rari; ma che pure nel loro esiguo nu-