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26 vincenzo capobianchi

minea, traversa la Toscana, penetra nel Patrimonio di San Pietro ove rimane per parecchi anni in corso col lucchese1, e nel 1119 era giunto in Sutri2, e nel 1123 in Capranica3, castelli posti sul confine del Patrimonio di San Pietro e poco distanti da Roma, indi retrocede rientrando nella Lombardia. Il vecchio denaro pavese ciò nonostante seguitò ad aver corso per lungo periodo di anni in tutto l’esteso territorio già occupato, conservando per la sua eccellenza la denominazione di denarius papiensis, mentre il nuovo denaro pavese non ebbe in Italia che scarsissimo credito, correndo nel territorio di Pavia e nei comuni circonvicini, nella Liguria ed in qualche contrada dell’Italia di mezzo. Ecco il motivo per il quale nell’anno 1164 in Roma due denari lucchesi equivalevano un pavese mentre in Genova nello stesso anno soldi 86 di pavesi richiedevansi invece per soldi 48 di lucchesi; i primi erano pavesi vecchi, i secondi pavesi nuovi.

Il Brambilla ci diede un dettagliato quadro di questi due periodi della moneta pavese, il primo dei quali, che può denominarsi periodo della moneta

  1. Codice dipiom. della città di Orvieto, Pag. 11, anno 1118 " pro xl libris bonorum den. medulanensium pag. 12, anno 1118 "accepimus sexaginta libr. ben. den. lucensium„ — pag. 13, anno 1126 sol. xxxx medulanensium — pag. 15, anno 1131 "accepit sol. x inforziatorum — pag. 18, anno 1140 "pretii undecim libras lucensis monete„.
  2. Pergamena originale dell’Arch. del Monas. de SS. Cosma e Damiano di Roma, n. 1110, anno 1119 in marzo. Locazione di terreni fruttiferi posti nel territorio di Sutri, con obbligo di dare ogni anno alla festa di S. Giacomo "quatuor denariorum melanensiuin„. Nel R. Arch. di Stato di Roma.
  3. Pergamena originale dell’Arch. del Monas. di S. Silvestro in capite di Roma, n. 10, anno 1123 in maggio. Vendita di " uno cobiculo nel Castello di Capranica " pro pretio duos solidos de melano,. Nel R. Arch. di Stato di Roma.