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24 | vincenzo capobianchi |
Siro di Fontanella nel vescovato di Parma, corrispondeva alla Santa Sede per censo duos denarios papienses veteris monete1.
Esempi contemporanei ritrovansi egualmente per la nuova moneta pavese: in un trattato di pace dell’anno 1110 fra il preposto della chiesa di San Lorenzo di Genova e gli abitanti di S. Romolo, la pena pei contravventori è determinata in centum librarum denariorum monete nove„2 appellativo che davasi alla nuova moneta pavese dei bruniti. Nello stesso anno (1110), in " viginti libras denariorum nove monete„ fu costituita una donazione al monastero di S. Stefano posto fuori della città di Genova3, ed in una carta genovese dal 1113 è detto " argentum denarios bonos solidos triginta de novis denariis„4. Il più completo esempio però lo abbiamo in una convenzione stipulata nella stessa Pavia nel 1° di maggio dell’anno 1129 fra il preposto di S. Giovanni Domnarum e l’Abate di San Dalmazio di Pedona, riferibile ad un fitto che fu determinato nella corrisposta di " denariorum bonorum papiensium monetae novae Heinrici soldos duodecim et dimidium„5, e quivi chiaramente vedesi come essendo tuttavia in corso la vecchia moneta che parimenti portava il nome d’Enrico ed affinchè di quella non dovesse intendersi perchè di più valore, per maggior chiarezza se ne volle dichiarare e determinare la specie. Infine in un atto d’investitura stipulato in Vercelli nel 1144