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IL DENARO PAVESE


ed il suo corso in Italia nel XII secolo




I.


Nessuna altra valuta in forma tanto indeterminata ci appare dai documenti, quanto il denaro pavese nel XII secolo, poichè, mentre per l’Italia di mezzo ci risulta come la più nobile valuta corrente, nella Lombardia e Liguria ci appare invece come la più vile. Non determinato del pari fu il suo corso legale, da renderci sovente impossibile riconoscere quando intendasi di moneta effettiva e quando di valuta ideale o di calcolo.

Il Desimoni, nelle preziose note da lui fatte all’Illustrazione del Registro arcivescovile di Genova del Belgrano1, fu il primo a dare ragionati ragguagli sul valore e corso della moneta pavese in Genova, dal principiare dell’XI secolo all’anno 1139 in cui quel Comune otteneva da Corrado II il privilegio di battere moneta. Il Brambilla nella sua dotta opera sulle Monete di Pavia, completava quel periodo; ma in quella parte solo che si riferisce al corso della moneta nel territorio pavese e nei comuni vicini, restando così il suo lavoro incompleto nell’altra parte riguardante il corso generale del denaro pavese nel rimanente d’Italia.


  1. Atti della Società Ligure di Storia Patria, Volume II, parte I pag. .592 e seg.