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documenti visconteo-sforzeschi, ecc. 255

   «Li soldini, quindesini, trintini fabricati utsupra al corso suo.
   «Li testoni da Portugallo libr. 1 s. 5.
   «Li Mozanighi et Troni s. 18.
   «Li Marcelli s. 9.
   Bando ad ogni «altra moneta così de oro como de argento non nominata in la presente crida, quale valute non si possano tenere nisi siano tagliate,» sotto le solite pene, «reservando però che le valute già altre volte permisse cioè julij, mtzi julij, bussuloti, ferraresi et mantuani e arlabassi de Alamagna, et li mezi julij bolognesi tolerati quali siano boni et non remondati, quali trovandosi a spendere o vero recevere per termine de uno mese prox. avenire, non incorrano in pena alchuna.
   Et passato dicto mese sua ex.tia prohibisse ex nunc che dicte monete, non si possano spendere ne recevere per pretto alchuno. Et questo sì per essere la magiore parte remondati, si per esserne facte de manco bontate, sì etiamdio, che sotto la forma consimile deli arlabassi ne sono trovati de assai minore bontate, maxime fabricate ne le ceche adulterine.»
   Divieto di dar ajuto a dette zecche forastiere, dove si «studiono ogni giorno con ogni malitioso ingenio de ritrovare nove malitie de fare stampe consimili, sì de li testoni fabricati ne la cecha de Milano, quanto de li dinari de soldi dui e dinari sei, sesini et terline fabricate in dieta Cecha, quanto etiamdio de li arlabassi de Alamagna, et de diverse altre sorte de monete vcchie fabricate in le altre ceche, con darli poi el vechio per soppiantare et ingannare li populi.»
   «Anchora perchè altre volte fu ordinato, che non si potesse fare contracto ne mercato alchuno a numero de scuti, ma solum a contracto de libre imperiale.... il che pare da uno certo tempo in qua poco observato, et perchè tal desordine di fa il mercato et contracto a scuti causa grandissimo damno non solum alla camera sua ma generalmente a tutti suoi subditi, però sua Ex.tia ha ordinato.... che facendosi mercato o contracto a oro de qualunque sorta permisso ad spendere, sua Ex.tia vole, se li possa dare dele monete soprascripte permisse ad spendere, a computo de libre cinque et soldi quattro per scuto, et così del laltro oro alla rata. Et questo sino a calende genaro proximo senza altra pena, et passato dicto termine se gli possa dare de le monete soprascripte a computo de libre 5, soldo uno per scuto et così alla rata, prout supra, et non se possano refutare tale monete per pretio dessi scuti et altro oro utsupra, etiam che in tal mercato o contratto se dicesse