Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
62 | ercole gnecchi |
nello stemma figurano delle bande. Essendo queste ultime comuni allo stemma di tante famiglie feudatarie, era ben difficile discernere da quale zecca fosse uscita la moneta, e l’autore otteneva il desiderato intento di produrre un tipo di moneta conosciuta ed apprezzata, senza il pericolo d’incontrar delle noje in causa della sua criminosa industria.
Accenneremo da ultimo che non deve recare alcuna meraviglia il vedere su di una moneta dei Tizzoni un Santo che non ha alcuna relazione né colla loro famiglia ne colla loro zecca. Lo stesso può dirsi dei tre santi ora accennati, il S. Giorgio, il S. Maurizio e il S. Teodoro, i quali, al pari di altri che vediamo sulle monete di questa zecca, non hanno alcuna ragione che le giustifichi. A questo proposito il Brambilla, a pag. 95 del suo citato articolo, osserva che " nessuna zecca di questa parte d’Italia regge al confronto di quella dei Tizzoni di Desana per la moltiplicità dei santi, che figurano eccezionalmente sulle sue monete, e che essendo ben dicianove, potrebbero senza difficoltà accogliere nella loro schiera anche il ventesimo in Sant’Agapito „. Quest’argomento allegato dal Brambilla per giustificare la sua attribuzione a Desana della prima fra le due monete anonime in discorso, io l’invoco per la seconda, aggiungendovi le ragioni teste esposte del tipo già ripetutamente imitato che m’inducono a restituire la moneta a Gio. Bart. Tizzoni. Del resto sarò ben lieto se altri, più di me versato nella materia, o fortunato scopritore di nuovi documenti, tosse in grado, o di convalidare la mia attribuzione, o di farne accettare in modo inappellabile un’altra.