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484 bibliografia

Ritornato alla seconda metà del duecento rimarca un progressivo rincaro dell’oro fino a superare il tredici e mezzo di argento nel primo quarto del secolo XIV. Su questo punto non possiamo essere del medesimo avviso. Ci consterebbe da altre fonti che il rapporto dell’oro all’argento sarebbe stato anche nel trecento press’a poco dell’uno al dieci. Non è un appunto che ci permettiamo, è un dubbio sottomesso a Chi ci è maestro in materia. Egli ha rilevato con molta evidenza il malvezzo generale dell’alterazione del titolo dell’argento seguito senza modo e misura dalla fine del duecento alla metà del trecento, e ce ne diede un esempio cospicuo in Firenze per opera dalla borghesia intesa a diminuire così le paghe degli operai.

Per l’anarchia monetaria di quel periodo la matassa s’ingarbuglia a tal segno da non potersene quasi trovare il bandolo. Difficoltà dalla quale i più provetti non ponno andare immuni, essendo facilissimo lo sbaglio di scambiare l’argento inquinato da lega per fino. Avremmo da ultimo desiderato che i calcoli di cui va ricco questo dotto lavoro fossero stati presentati in forma sinottica. Questo non era necessario al chiaro Autore per la padronanza del suo soggetto che si spiega alla sua mente con tutta chiarezza. Lo sarebbe stato pel lettore e specialmente per lo scrivente a formarsi più prontamente la sintesi di quel pregevole scritto.

Ci siamo fatto lecito queste poche osservazioni non tanto pel dovere che ne incombe di dare con un sunto il nostro modesto parere; ma più ancora per provare all’egr. Autore l’amore e la serietà applicati all’esame di un lavoro degno di meditazione e fecondo di corollarii.

Non ci resta che augurarci altri prodotti dell’ingegno del Signor Desimoni e che altri ne seguano l’esempio.


G. G.