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desana - mirandola 469

genitura a favore di esso1, che passò coi beni a Filippo Della Chiesa, Marchese di Cinzano, genero del conte Carlo Giuseppe2 sicchè nè titolo nè beni ebbe mai il Curzio Francesco.

Bisogna adunque convenire col Barone Manno che " la data del 1688 non fu letta dal Promis sull’esemplare corroso, ma indovinata col preconcetto del Curzio, e male indovinata „; e conchiudere che fino a prova contraria il Curzio Francesco non ha battuto moneta nella zecca di Desana.


II


La serie delle monete battute nella zecca di Mirandola si chiude dagli scrittori con quelle del duca Alessandro II Pico, al quale nel 1691 succedeva il nipote Francesco Maria, spogliato nel 1708 dello Stato dall’Imperatore.

Pensando all’importanza che tutti i principi hanno dato al diritto di battere moneta, siccome la più chiara manifestazione della loro signoria, m’è sempre parso strano che questo ultimo duca abbia tenuto lo Stato dal 1691 al 1708 senza mai farne uso.

Nell’anno andato acquistai un soldo di rame, che sebbene mal battuto e di cattiva conservazione riconobbi subito di Mirandola; e quale non fu la mia meraviglia, leggendo nel rovescio chiara la data del 1704! Per me non ci fu più dubbio: anche il duca

  1. Dionisotti, op. cit., pag. 26. Il Morel Fatio, op. e pag. cit., dà erroneamente a questo atto la data del 1667.
  2. Promis, Memoria seconda, già citata.