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DESANA-MIRANDOLA
I.
L’illustre Domenico Promis, nella memoria sulle Monete della zecca di Dezana[1], chiudeva la serie dei signori che in essa avevano battuto, col conte Carlo Giuseppe Tizzone, dichiarando che per cagione del processo a questi intentato dal fisco imperiale e ripreso contro la vedova, le figlie e i pretendenti alla successione del feudo, l’officina rimase chiusa; e che, aggiudicata Desana ai cugini Curzio Francesco Tizzone, marchese di Crescentino, e Giorgis Enrico Emanuele Tizzone conte di Rive, e rimasta, per convenzione seguita fra costoro, al Curzio, " non appare nemmeno che questi vi facesse lavorare „[2].
Pochi anni dopo il Promis rinveniva e pubblicava nella memoria II, Monete dì zecche italiane inedite[3], un testone che egli attribuì al Curzio Francesco. Lo dice nuovo di conio, però colla data alquanto guasta, ma che deve leggersi 1688.
- ↑ Torino, stamperia reale, 1863.
- ↑ Pag. 68 della citata memoria, V. anche Dionisotti, Il comune di Desana e la famiglia patrizia dei Tizzoni, Torino, Vincenzo Bonn, 1895. pag. 27.
- ↑ Torino, stamperia reale, 1868.