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462 nicolò papadopoli

principe in età giovanile. Non posso associarmi a tale interpretazione, perchè l’aspetto di quella testa, e particolarmente la capigliatura abbondante pettinata con ricercatezza femminile indicano piuttosto una qualche divinità protettrice di Nasso in tempi pagani, ma non un principe guerriero e meno ancora un santo cristiano; come potrebbe far supporre una certa somiglianza coi mezzi denari, o bianchi di Venezia sui quali è raffigurata la protome di S. Marco. Si deve anche notare che la stessa testa è riprodotta da tutti e due i duchi e che una sola varietà ha una pettinatura alquanto diversa, ma sempre di aspetto donnesco. Forse si tratta del busto di Bacco, divinità che a Nasso fu l’oggetto di un culto speciale, perchè la tradizione voleva che ivi Arianna fosse stata abbandonata da Teseo e raccolta da Bacco.

Con savio criterio P. Lambros attribuì al primo Nicolò l’obolo ch’egli aveva trovato nel 1856, perchè ai tempi di Nicolò II i principi latini della Grecia non battevano più moneta. Le scoperte posteriori di denari col nome di Giovanni I fratello e successore di Nicolò I mostrarono la esattezza del suo giudizio, il quale è nuovamente confermato dalla monetina inedita che aggiungo alla breve serie, perchè porta scritto il cognome di Sanudo che a lui solo compete, mentre Giovanni II duca di Nasso era della famiglia Crispo.