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la zecca di campobasso 445

una seconda, combinata pure con elementi delle monete d’Acaia, nella quale si legge nel

D/ – NICOLA COM
R/ – CLARENTIA1


una terza, che può anche non essere opera di falsarii, ove si ripete al

D/ – NICOLA COM
R/ – NICOLA COM2,


ed, infine, una quarta descritta da Giuseppe Galanti e da lui, non so con quale fondamento, attribuita alla zecca di Campobasso, segnata

D/ – TC • PRINCEPS3
R/ – CLARENTIÆ4.

Ai falsari vanno aggiunti gli autori che scrissero di Campobasso, i quali vollero, con le correzioni e le amplificazioni, non mai documentate da veri nummi, arricchire la fecondità monetaria di questa zecca, ma riuscirono invece ad intrigare la matassa ed a confondere l’animo, con introvabili ed immaginarli tornesi, aventi

D/ – NICOLA COMES
R/ – CAMPIBASSI5,


  1. A. Sambon e Schlumberger G., Opere citate.
  2. Schlumberger G., Opera citata.
  3. Questo tornese, punto falso, fu dal Galanti erroneamente detto di Nicola Monforte, e quindi interpetrato Comes Princeps )( Clarentiæ, mentre l’Ill.mo Prof. De Petra, nel catalogo del tesoretto di tornesi trovati in Napoli (pag. 2, n. 1), correggendo, per oculare esame di monumenti, il C. Princeps in G. Princeps, lo attribuisce con storica certezza a Guglielmo di Villehardouin, dando così la vera spiegazione dell’epigrafe nella dicitura Gulielmus Princeps )( Clarentiæ.
  4. Giuseppe Galanti, Descrizione dello stato antico ed attuale del contado di Molise 1781.
  5. Ludovico Antonio Muratori. Dissertazione XXVII. pag. 410.