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436 | francesco gnecchi |
della più indubbia falsità, e, aggiungerò anche, di una falsità abbastanza facilmente riconoscibile, come primo lavoro di un incisore abituato a far conii di medaglie moderne, e digiuno d’ogni cognizione numismatica. Difatti quanti lo videro lo giudicarono falso a prima vista, come non dubito lo giudicherà ella pure solo a osservarne l’impronta.
2.° Mi pare difatti che anche dalla semplice impronta lo si possa giudicare.... e condannare. Ciò poi che salta all’occhio addirittura è la differenza dei caratteri tra il diritto e il rovescio.
1.° Tale e quale come l’abbiamo testè riconosciuta e deplorata nell’aureo del cippo.... quantunque là ella abbia avuto un po’ più di difficoltà a persuadersene Ma per carità non rientriamo nel merito della questione.
2.° Sentiamo piuttosto la fine del suo racconto.
1.° La fine è presto detta. L’aureo, qual’era e quale ella lo vede, io lo mandai ad uno di quei grandi raccoglitori, la cui collezione, se allora non era illutrata dal nome del famoso tiranno, conteneva però altre rarità di primo ordine, richiedendolo del suo parere. Mi rispose con queste testuali parole, che traduco in italiano, perchè dicendo il peccato, intendo tacere il peccatore, e non vorrei che la lingua originale fosse un lontano indizio: " Il suo Uranio è importantissimo e, quanto a me, non ho il minimo dubbio sulla sua autenticità. „
2.° Davvero ella ebbe questa risposta?
1.° Parola d’onore. E dopo questo fatto io do-