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appunti di numismatica romana 429

potevo prescinderne. Ma ella ha ragione. Prendiamolo qual’è per se stesso, lasciamo la questione del COS I e osserviamo la leggenda circolare. È nello spirito e nella lettera di questa che sta la prova principale contro l’aureo incriminato. Come si spiega che, abbandonando i famosi tipi siriaci — i quali però si conservano al dritto — nel rovescio di quest’aureo si adottino i caratteri così tipici dei denari di Filippo? E si noti dei denari, perchè questi caratteri non si trovano mai sugli aurei. È solo per l’argento e pel bronzo, che questi caratteri vengono introdotti sotto il suo regno, mentre erano affatto sconosciuti prima, o solo accennati, se vogliamo, sotto Gordiano III. — Osservi ancora bene una volta il complesso di questo famoso rovescio, il tipo della rappresentazione e quello della leggenda, lo stile, i caratteri e mi dica sinceramente se si può ritenere che non sia una imitazione di Filippo. Negarlo sarebbe negare la luce del sole. E, dato questo, a quale conclusione si arriverebbe? Si arriverebbe a dover ammettere non solo ciò che abbiamo trovato assurdo, cioè che l’imperatore Filippo avesse imitato servilmente la moneta d’un tiranno, adottandone il tipo per le numerosissime monete ricordanti una delle circostanze più solenni del suo regno, il millennario di Roma; ma, peggio ancora, bisognerebbe accettare anche l’altro assurdo, che il tiranno avesse inventati lui, divinandoli 25 anni prima, i caratteri che dovevano poi essere addottati da Filippo. E poi, perchè mai il tiranno avrebbe scritto SAECVLARES AVGG al plurale come scriveva Filippo, regnando associato col figlio?

2.° Quest’ultima osservazione la ritengo affatto secondaria, il plurale AVGG potendo riferirsi a SAECVLARES ossia: LVDI SAECVLARES AVGVSTI, come forse deve leggersi anche sulle monete dei Filippi; ma una