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424 | francesco gnecchi |
1.° Ed io sono ben lontano dal considerarlo tale. Non bisogna dimenticare che noi siamo sempre in quei primi argomenti, che abbiamo classificati per soggettivi, i quali, presi singolarmente ad uno ad uno, non hanno certamente gran forza; ma tutti insieme ne acquistano assai quando vengono riuniti. E questi argomenti non li abbiamo ancora esauriti. Ci rimane il tipo. Osservando una tavola di questi cataloghi, in cui fra le altre monete, è riprodotto un aureo d’Uranio, mi colpisce sempre a prima vista la differenza di tipo che questo presenta in confronto agli altri aurei contemporanei, e prendiamo pure largamente i contemporanei, da Elagabalo a Filippo, abbracciando tutta l’epoca, in cui, a seconda delle diverse opinioni, può essere caduto il regno effimero d’Uranio.
2.° Ma è il tipo siriaco.
1.° Questo è ciò che si afferma. Il tipo lo si classifica per siriaco. Ma quale fondamento ha quest’affermazione? A me invece, per quanto l’osservi — qui, lo sappiamo, siamo ancora nel campo soggettivo — si presenta come un tipo affatto speciale, di cui non trovo riscontro in nessun’altra moneta. Lasciamo da parte il vecchio aureo del Gabinetto di Parigi CONSERVATOR AVG, il quale potrebbe essere confuso con un Caracalla oppure con un Elagabalo barbaro o siriaco, come le piace, — e fors’anche lo sarà, come lo stesso Eckhel ha dubitato; — ma di grazia, dove troviamo noi altre monete siriache, le quali presentino il tipo di quelle d’Uranio? Io davvero non ne ho mai vedute. Nei caratteri delle monete d’Uranio io vedo bensì uno sforzo d’imitazione; ma, per quanta buona volontà ci metta, non riesco a vederci il così detto tipo siriaco, tanto più che il tipo non è unico ma vario, come ora vedremo. E quello che dico dei caratteri, lo potrei ripetere delle rappresentazioni. Per