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documenti visconteo-sforzeschi, ecc. 397
intrate ordinarie de Milano etc.: le quale monete extranee, se sono trovate grandemente frivole et malvagie secando il pretio et corso di quelle. Et maximamente li scuti, testoni et cavaloti facti sul Marchisato de Monteferrato1, et a Crevacore, et a Saluzo, le quale se trovano essere de grandissima perdita più de le altre monete forastere ".

Parimenti avvertiti degli sforzi usati nei «dare corso et valuta ali dozoni o sia soldi cioè parpaiole de Franza facte in lo dicto nostro reame per dinari trenta imperiali quali sono quatro soldi imperiali per scudo più che non dovriano bavere corso, il che è una confusione». Per il che desiderandosi provvedere in beneficio del ducato di Milano si bandiscono gli scudi, testoni e cavallotti «facti neli dicti Marchesati de Monteferrato Saluzo et Crevacore ". Per rispetto invece «de nostri scut solati, ducati, testoni et de altre monete extranee et forastere considerando la gran perdita che saria bisogno al povero pò polo patire et supportare sei convenesse bandirle et redurle conio li ordini altre volte facti disponeno: per alchune ragione quale ad ciò ne movano, havemo anchora tollerato et sufferto che le diete monete habiano corso et valuta, corno le hano de presente, infino a tanto che per noi sia ordinato el contrario, zoè el ducato a libre cinque imperiali, el scuto a libre quatro, soldi sedece, et li fiorini de Rheno a libre tre, soldi dodece, at li Grassoni a soldi vintiquatro imper. e non per più».

Le parpaiole «quale se spendano per dinari trenta non se possano spendere né recevere.... se non per dinari vintinove " Conferma dei divieti di partecipare a zecche forastiere e dell’esportazione dell’oro fuori del ducato. Termine di 15 giorni a smaltire le monete condannate.

470. — 1517, novembre 18, Milano. — Grida di bando contro taluni accusati di falsificazione di monete e di omicidii. [Reg. Panig., H H, 141].

    I loro nomi:
    «Hermes Costante Visconti.
  1. Un documento sulla zecca di Casale dei 5 dicembre 1516 prova che vi lavoravano in gran parte dei milanesi, con il loro priore maestro Bernando de’ Gabattori di Milano (cfr. Vesme A., Giovan Francesco Caroto alla corte di Monferrato, in Arch. storico dell’arte, fase. I-II, 1895, p. 40 e Minoglio G., Di un documento sulla zecca di Casale, in Atti della Società di archeologia e belle arti di Torino, Vol. V, fasc. ’[, iBg,,