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382 | luigi a. milani |
propria dell’epigrafe (S • PO — MP), la mancanza del nesso MP e le sopra notate aggiunte, manifestamente fatte al tipo del diritto e del rovescio del nostro pezzo.
L’aggiunta delle iniziali Sc farei dipendere dal denaro di Sesto Pompeo (Babelon, I, p. 353, n. 23), se non dalle ovvie monete romane senatoriali, la testa con lineamenti incerti (V. disegno Riccio (n. 1) in confronto con disegno Cohen-Babelon) (n. 2), riferita a Nettuno a cagione del tridente, dirci desunta da un cattivo calco del pezzo mediceo e dalla interpretazione del falsario, che l’avrebbe creduta di Nettuno e identificata con quella del denaro di Sesto Pompeo, Babelon, II, p. 351, n. 21.
Nei riguardi artistici l’esecuzione del pezzo di Firenze che esibiamo ingrandito a quattro diametri nella fig. 6, si può dire perfetta, e opera greca meglio che romana. L’origine greco-sicula del conio è d’altronde dimostrata dalla triquetra del rovescio. La testa è trattata con una finezza mirabile e con una così spiccata individualità da superare il bel ritratto dello stesso personaggio, esibito dal più. volte ricordato aureo. Perciò gli iconografisti di Sesto Pompeo dovranno d’ora innanzi tener conto e far tesoro anche di questa moneta e non più fondarsi unicamente sull’aureo, come hanno fatto fin qui (v. Bernoulli, Rom. Ikon., I, p. 225).
Davanti al nostro ritratto, più individuale di