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monetina aurea col nome di sesto pompeo 381

spezzati d’oro di questo peso e modulo io non conosco in tutta la numismatica romana di questo tempo.

Il ritratto del secondo figlio del Grande Pompeo, offerto da questa importante moneta del Medagliere Fiorentino, poco rassomiglia a quello del citato aureo. Sono però comuni nelle due teste le caratteristiche dei capelli ruvidi e della barba insolita, ed è identica la forma del naso. I capelli, resi, nella frazione d’aureo, addirittura ispidi, e la barba più lunga, ma più rada e quindi più giovanile, certo contribuiscono molto a cambiare il tipo della testa.

Per la forma della barba (barbula) può giovare il confronto col ritratto di Druso Maggiore, da me riconosciuto e pubblicato in Bull. Ist., 1891, tav. IX (v. p. 307, e segg. e p. 313 e segg).

Tolto l’equivoco in cui sono incorsi Riccio, Cohen e Babelon, resta da indagare d’onde sia stato tratto il quinario dai detti autori edito e descritto.

A giudicare dai disegni che ne furono dati (v. le relative riproduzioni figg. i, 2), a me pare che questo quinario non sia esistito altro che falso o immaginario. Falso fu già sospettato dal Mommsen (Monn. rom., II, p. 538 segg.) per il nome Sextus indicato da una semplice S •

È vero che il nostro pezzo da xx sesterzi di autenticità, per quanto mi pare, non dubbia, offre la medesima particolarità epigrafica (cfr. i disegni figg. 3. 4 e ingrandimento fig. 6); però è da osservare, che, se codesta insolita abbreviatura qui si giustifica davanti alla estrema piccolezza del pezzo e per il dato e fatto che mancava lo spazio per una iscrizione più lunga, nel modulo del quinario può dar ombra, come la dava al Mommsen.

Prescindendo da tale particolarità, nel quinario mi sembrano più che sospette: la separazione im-