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36 | francesco gnecchi |
presentativo di un valore deve valer meno di ciò che rappresenta. D’altronde quale significato avrebbero avuto in questo caso le rappresentazioni che vediamo sui Contorniati? Come mai nelle tessere d’ingresso si sarebbero ricordati e glorificati i nomi dei vincitori, prima che incominciasse lo spettacolo? Nè tutti gli altri soggetti sarebbero più agevolmente spiegabili.
Chi li suppose premii ai vincitori, doveva ignorare completamente i costumi e gli usi dei tempi. Gente avvezza, come gli aurighi o gli istrioni, a ricevere doni principeschi, coppe e statue d’argento o d’oro oppure sesterzii a migliaia, non poteva certo attribuire alcun pregio a una rozza medaglia di bronzo. Ed anche in questo caso come si potrebbe ragionevolmente spiegare la più parte delle rappresentazioni? Prendendo nuovamente ad esempio quelle che inneggiano a un nome vincitore, bisognerebbe supporre o che le medaglie fossero preparate in anticipazione oppure che fossero fabbricate estemporaneamente, due ipotesi egualmente assurde. E i tipi storici, eroici o mitologici quale significato avrebbero avuto?
Nel 1890 J. A. Blanchet (Revue Numismatique, pag. 480 e segg.) propose una variante alle ipotesi relative ai giuochi del circo. Riferendosi ai segni e simboli, che frequentemente si trovano incisi o ageminati nei Contorniati e principalmente al monogramma PE, e trovando qualche esempio di antiche sculture o mosaici, rappresentanti soggetti ippici, dove il famoso monogramma o qualche altro segno o simbolo è riprodotto sulla coscia dei cavalli, venne a dedurre che i Contorniati potessero servire per l’operazione del sorteggio fra i diversi corridori. Ogni corridore avendo i proprii cavalli marcati col monogramma o con un segno o simbolo, aveva il suo posto nella corsa sorteggiato dall’estrazione del Con-