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34 | francesco gnecchi |
cui Sabatier e Cavedoni, dividessero le rappresentazioni che figurano sui Contorniati in due categorie, mettendo nella prima quelle che si riferiscono a soggetti mitologici, eroici o storici, nella seconda quelle che hanno attinenza diretta coi giuochi del circo o del teatro in genere. Charles Robert invece è dell’avviso — e io lo seguo volentieri — che tale divisione non abbia ragione d’essere, e che tutte le rappresentazioni debbano collocarsi in una categoria sola e precisamente nella seconda.
Se i Contorniati rappresentano degli Dei e degli Eroi, egli scriveva, non conviene conchiudere che siano stati fatti in commemorazione di una cerimonia religiosa o in onore di personaggi favolosi. Non sono gli Dei o gli Eroi stessi che i Contorniati ci presentano, bensì gli attori, che ne rappresentavano le parti in scene parlate o mimiche, tratte dagli intrighi dell’Olimpo o dalla tradizione romana. E la stessa osservazione può esser ripetuta per ciò che riguarda i fatti storici. A rinforzo della sua tesi ricorda come in ogni tempo, in Grecia e a Roma ci furono sempre allato alle pompe religiose, delle rappresentazioni teatrali, in cui Dei e Semidei erano posti sulla scena.
E aggiunge come al tempo dei Contorniati, ossia dal III al IV secolo, gli abitanti dell’Olimpo avessero definitivamente perduto il loro posto nei templi e appartenessero all’arte e alla letteratura piuttosto che alla religione. Per di più i diversi emblemi e il monogramma PE, senza alcun dubbio riferibili ai giuochi, si trovano indifferentemente sui Contorniati a soggetto circense o teatrale come su quelli a soggetto mitologico, eroico o storico. E quindi si può ritenere che tutte le rappresentazioni dei Contorniati si riferiscono direttamente o indirettamente ai giuochi.