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316 | ettore gabrici |
quello variante dai 9 ai 12 gr. 50, con la testa laureata. Alcuni medii bronzi hanno nell’esergo del rovescio due lineette verticali, segno del dupondio (Tav. V, n. 1)1; alcuni altri, di un modulo che sta Ira i medii e i piccoli bronzi, ne hanno una sola, segno dell’asse (Tav. V, n. 2 e 32. Sarebbe lecito domandare perchè non si trovi il segno di valore anche sui sesterzii. La risposta viene da se, considerando che il segno di valore sulle monete di Nerone ha lo scopo di evitare che avvenissero scambii fra l’asse e il dupondio: il sesterzio non si poteva confondere con nessun’altra moneta, perciò non ne ha.
I bronzi con una sola lineetta nell’esergo sono stati oggetto di lunghe ricerche per i più grandi numismatici. Giova premettere che essi sono di oricalco ed hanno sul diritto la testa or laureata or radiata di Nerone e nel rovescio o la leggenda GENIO AVGVSTI col tipo del Genio di Nerone sacrificante presso un’ara, ovvero la leggenda PONTIF • MAX • TR • P • IMP • P • P col tipo di Nerone laureato che canta al suono della cetra. Nella categoria di queste monete vanno alcuni bronzi di Vespasiano (Tav. V, n. 11) e di Traiano dello stesso modulo e peso, ed, aggiungo io, dello stesso metallo, che hanno nel diritto la testa dell’imperatore, nel rovescio una corona di quercia con in mezzo le sigle S • C3. Tanto le prime quanto le seconde hanno il peso medio di gr. 7,00, peso di molto inferiore a quello degli assi ordinarli di 12 grammi; eppure il segno di valore è troppo eloquente, per negare che sono degli assi. Il Borghesi non tenne conto della qualità del metallo, e non potendo sup-