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specie monetali hanno tipi diversi, ed io penso che la diversità di tipo poteva solo essa lasciar distinguere prontamente ad occhio il dupondio dall’asse, quando l’asse e il dupondio aventi lo stesso modulo si potevano facilmente confondere negli scambii quotidiani. Io intendo parlare di quella diversità esteriore che si mostra agli occhi di tutti e che sola fa distinguere talvolta una moneta dall’altra. Che se poi vogliamo trovare le vere differenze sostanziali fra il dupondio e l’asse dell’impero, basterà studiarne il peso e la qualità del metallo.

L’Eisenschmidt1 limita il peso medio del dupondio a 16 gr. e quello dell’asse ad un peso oscillante fra i 12 e i 14 gr. Gli assi e i dupondii da me pesati nella Collezione Santangelo ammontano a parecchie centinaia ed ho constatato che l’asse supera poche volte, almeno in questo periodo del quale mi occupo, il peso di gr. 12,50 e il dupondio scende poche volte a questo peso mantenendosi sempre fra i 13 e i 15 gr. L’oricalco di Augusto è di ottima lega che lo fa essere lucentissimo; un sesterzio col nome di C. Cassius Celer contiene, secondo l’analisi del Phillips, 82,26 di rame, 17,31 di zinco. 0,35 di ferro2.

Con Tiberio comincia l’alterazione di questo metallo. Quella lucentezza che tanto pregio. gli accresce nei bronzi di Augusto si desidera in un gran numero di bronzi di questo imperatore. O fosse per istrettezze finanziarie o per frode del governo, il che sarà chiarito in seguito, tanto i sesterzii quanto i dupondii di Tiberio sono in minima parte di oricalco puro; un numero grande di essi è di rame misto ad una piccolissima porzione di stagno e zinco o è quasi

  1. De pond.. et mens., p. 29.
  2. Mommsen, Monn. Rom., t. III, p. 38.