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contributo alla storia della moneta romana 311

potrebbe parere a primo aspetto. I dupondii di certi imperatori si riconoscono alla testa radiata, gli assi alla testa laureata, il che è costante nella monetazione di Nerone e dei Flavii, quantunque per questi abbiasi a notare qualche eccezione. Ma come fare per i primi quattro imperatori, per Galba, per Vitellio? Se l’oricalco non fosse stato alterato notevolmente, come dicevo poc’anzi, la distinzione dei dupondii dagli assi potremmo farla con maggiore facilità, affidandoci al colore. Ciò non pertanto, senza dissimularmi le difficoltà di una tale ricerca, sono entrato da qualche tempo in questo arringo, con l’idea di scoprire quanto vi fosse di vero nelle parole di Plinio, e potendo disporre liberamente, per cortesia del Prof. Giulio De Petra, di un materiale scientifico assai considerevole, qual è quello della collezione Santangelo, di cui già da un anno attendo alla compilazione del catalogo, nonchè della ricchissima collezione del Medagliere di Napoli, sono arrivato a risultati che mi paiono soddisfacenti.

Cominciando dai bronzi d’Augusto, ho diviso i sesterzii da quelli che generalmente si chiamano medii bronzi, dei quali ho fatto una seconda classificazione, dividendoli alla meglio in medii bronzi di metallo rossastro ossia rame puro e medii bronzi di metallo giallognolo ossia oricalco. Ebbene, dopo questo lavoro paziente sono arrivato a scoprire che i pezzi di rame puro hanno la testa di Augusto al diritto e due lettere S • C nel mezzo del rovescio, con intorno il nome dei suoi monetieri ovvero la leggenda PONTIF • MAXIM . TRIBVN • POT • XXXIII; i pezzi di metallo giallognolo hanno tutti nel diritto la corona di quercia colla scritta AVGVSTVS • TRIBVNIC • POTEST (in tre linee) e al rovescio le due lettere S • C nel mezzo, anche coi nomi dei monetieri. Il risultato di questa mia ricerca è tanto più convincente, in quanto le due