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meno dura del bronzo. — A dimostrare però che non erano in nessun modo destinati a servire da conio, per produrre altre medaglie, basta l’osservazione che le leggende sono diritte e non rovescie come dovrebbero essere in un conio per riuscire poi dritte sulla medaglia. E dove anche non ci sono leggende, le regole di destra e sinistra sono sempre osservate come in una incisione positiva e non negativa. L’auriga per esempio porta il frustino colla destra, la palma nella sinistra e così via, ciò che sarebbe al contrario, se si trattasse d’un conio.

Tanto il Sabatier quanto il Cohen descrivono i pochi esemplari conosciuti di questa categoria insieme agli altri, limitandosi ad accennare che sono incusi invece che essere in rilievo; ma a me pare che meritino d’essere considerati a parte, formando una serie affatto distinta, sia pel genere di fabbricazione, sia per la particolarità delle rappresentazioni, che ci appajono più strane o per lo meno differenti da quelle ordinarie degli altri Contorniati, sia infine perchè ogni singolo esemplare è una medaglia unica, come il lavoro individuale di un artista, che la fece a mano; mentre i Contorniati comuni, coniati o fusi, sono sempre il prodotto di un conio o d’una forma, e sono perciò più o meno numerosi per ogni tipo.

E del resto i conosciuti sono ben pochi. Sabatier ne dà cinque in tutto. Il primo a Tav. IV, n. 13, è appartenente al Gabinetto di Francia:

D/ — ASTVRI NIKA. Quadriga vincitrice, di fronte. All’esergo

CVPIDO.

R/ — ASTVRI NIKA. Quadriga vincitrice, a sin., con un palafreniere davanti ai cavalli. All’esergo BOTROCALES1
  1. Charles Robert nel suo articolo sui Contorniati pubblicato sulla Revue Belge de Numismatique del 1832 ne pubblica (pag. 382 e tav. VIII, n. 1) uno pure incuso e molto simile a questo, appartenente già alla