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24 ettore gabrici

Anzi per questa abbiamo ragione di sospettare così, perchè sopra una litra d’Imera, non anteriore al 410 abbiamo notato una figura di Pallade nell’identico atteggiamento1.

I cittadini di Terme si chiamarono, specialmente nell’epoca romana, Θερμίται Ἱμεραῖοι, nome che non dovettero avere fino a quando furono soggetti ai Cartaginesi, cui il secondo appellativo era odioso. Vero è che gli scrittori antichi, e specialmente Diodoro, chiamano talvolta Imeresi i Termitani e Imera la città di Terme2; ma questo invalse dal considerare Terme come una città nella quale si era raccolto gran numero d’Imeresi. Da questa dimenticanza degli storici e da altre prove, il Fraccia trasse argomento per dimostrare, non senza cadere in contraddizione, che vi fosse stata un’altra Imera sulla costa meridionale della Sicilia3.

Istituito il governo imperiale in Roma, Augusto mandò a Terme una colonia. In questo tempo dovettero aver corso le monete ultime da noi or ora descritte; del resto nulla sappiamo: sappiamo però che da Tiberio in poi le città di Sicilia non ebbero più diritto di coniar neppure monete di bronzo, e quindi la zecca di Terme dovè esser soppressa, se pure ciò non era stato già fatto da qualche tempo.

Circa il sistema monetale non voglio tentare di dir parola, perchè secondo il parere dell’Head, in questo periodo un vero e proprio sistema non vi fu.

  1. V. pag. 73, n. 117.
  2. Diod., XIII, 20; XIV, 9; XIV, 10, XIV, 47, ecc. — Scylacis, Periplus, 13.
  3. Fraccia, Preventiva sposizione di taluni monumenti egestani.