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Io non credo abbia alcuna importanza la generica indicazione del cronista, e credo invece che, per decidere la questione, valga più di tutto l’esame delle condizioni artistiche del tempo. Nell’Italia meridionale durante il governo di Federico II, mercè lo studio dell’antico, l’arte scultoria ebbe un grandissimo impulso, ed il ritratto, che nel buio artistico del medio evo era divenuto un’impossibilità artistica, riducendosi a pochi e goffi tentativi (per le monete si copiava sempre l’immagine di un’altra moneta cambiando solamente il nome) fu ritentato al soffio di un’arte novella. E probabilmente la statua posta tra le decorazioni della porta di Capua e distrutta dai soldati di Murat, ritraeva con sufficiente verità le sembianze di Federico II. Ma il progresso artistico non era così rapidamente diffuso da far sì che l’incisore, in un piccolo tondino di 2 centimetri, potesse con sicurezza riprodurre quell’immagine, e ne abbiamo la prova dall’esame degli augustali riprodotti nella tavola del Winkelmann. 11 conio di maggior pregio artistico è indubbiamente il N. 5, (augustale col busto di Federico, con corona radiata). Questa moneta, di cui il Vergara dà un rozzo disegno, è per quanto io sappia, unica, conoscendosi solo l’esemplare di Vienna. Gli altri augustali sembrano tutte copie successive e gradatamente peggiorate di questo conio. L’effige del conio N. 5 offre le seguenti note caratteristiche.

Fronte piccola, naso grande, mento piccolo ma sporgente, occhio grande, e arcate sopraciliari assai sporgenti, zigomi marcati, collo lungo e sottile, capelli ondati e abbondanti.

Il N. 3 invece: naso piccolo e camuso, occhio piccolissimo, sopracilia dritte e poco pronunziate, guance scarne, mento grande e assai sporgente.

Il N. 2: occhio piccolo e a fior di testa, arcate sopraciliari molto ricurve, naso aquilino, guance molto grasse, doppio mento, spalle ricurve.

Il N. 6: occhio grande, naso aquilino, guance scarne, mento piccolissimo tirato in dentro.

Mutano quindi di continuo, i tratti essenziali e caratteristici della fisonomia e, se manca assolutamente la possibilità di riprodurre sempre la stessa effigie, non possiamo neppure ammettere che l’incisore sia stato capace di ritrarre al vero le sembianze dell’Imperatore.

E da osservare però che il conio N. 5 è di valore artistico superiore molto a quello dei conii N. 1, 2, 3 e 4, ed io credo che questa differenza sia dovuta principalmente al fatto che il N. 5 è copiato direttamente da una moneta d’oro dell’Imp. Augusto (poiché