- «Quantunche li giorni passati siano facte publice cride per le quale sia facto ad intendere ad ogni persona che la M.tà Regia vole se spendano le terline dali zilij fabricate in la cecha de Milano le quale sono bone, e perchè pare che qualcheduno dicha che non siano bone, quelli dala cecha se offereno ad stare al palangone che sono facte ala bontà de L. 4 s. 13 per ducato corno sono le altre monete fabricate in dieta cecha de Milano, nondimeno pare che per non esserli posto pena ali contrafacienti non se observa, che cede in grandissimo caricho dela Regia Maestà et di sua Cecha, et non poche dampno deli subditi. E perchè ancora sé inteso essere molti li quali voleno fare pagamento integrale de esse terline, il che non è da tolerare, perochè esse terline et altre monete minute sono facte per commodità di cambiare, e per suplire a pagamenti chi altramente non se potesseno compire, però volendose provedere a tali inconvenienti in nome et per parte de sua M.tà se fa bando et comandamento a qualuncha persona... che non ardisca ne presuma refutare diete terline fabricate in la cecha de Milano, sotto pena de pagare per una quatro de quella quantità refutarà... Intendando però che quando li pagamenti se vorano fare sarano de mazor summa che L. 20 imp. niuno possa essere astrecto a torle et acceptare, ma quando siano de L. 20 et da lì in zoso, in tal caso sia tenuto ogni persona prendere il quarto de tale pagamento in tante de esse terline et non possi essere astreto al più de dicto quarto a prenderle ".
451. — 1511, agosto 18, Milano. — Grida sulle monete d’oro e d’argento. [Reg. Panig., N. 274 t. — Bellati., Mss. — Pélissier., loc. cit. p. 260, N. 89].
- Conferma delle precedenti gride monetarie, in ispecie di quella del giugno 1510. Lamenti sulla loro inosservanza. Provvedimenti ai diversi inconvenienti causati da coloro che vanno a lavorare nelle zecche estere, dagli esportatori dell’oro e dell’argento, dagli officiali che accettano donativi, ecc. Si aggiungeva:
- «Ancora per provedere a molti errori, se fa sapere ad ogniuno in nome de la prefata Maestà che, quantuncha li mercati et conventione se soleno fare fra li subditi et parimente lettere de cambio ne le quali se sol dire «li pagamenti se habiano da fare in bona moneta de Milano corrente«, et per questo