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topografia e numismatica dell’antica imera 23

per la leggenda, credo che si possano assegnare alla fine della Repubblica; di esse conosco le tre seguenti varietà:


133 — Br., mill. 26.

D/ — Testa di Ercole coverta della pelle di leone; dietro, clava; circolo di puntini.
R/ — ʘЄΡΜΙΤΑΝ. Tre ninfe di fronte, con chitone e peplo; quella di sinistra tiene in mano un grappolo; quella di mezzo è turrita e velata; tutte e tre si tengono sollevato il lembo del peplo, con la mano sinistra.

M. Br., gr. 15,30, Palermo; gr. 12,33, Imh. Bl. (in questi due esemplari il θ è scritto Θ). Tav. I, n. 14.


134. — Br., mill. 20.

Simile al precedente.

Grammi 6,71, Napoli; gr. 9,20, Imh. Bl.; gr. 8,60, Id.; gr. 7,35, Collezione mia. Tav. I, n. 15.


135. — Br., mill. 18.

D/ — Testa muliebre velata, come nel n. 132; circolo di globetti.
R/ — ΘЄΡΜΙΤΑΝ. Pallade in piedi, armata di lancia e scudo, come nel n. 117; circolo di globetti.

Grammi 350, Imh. Bl. (Fraccia, nel Buonarroti, anni 1889-90, n. 219. — V. Catal. de la gr. collect. des monn. del Mr. Léopold Welzl von Wellenheim, n. 950). Tav. I, n. 16.

Le tre Ninfe non possono avere alcun significato, se non si mettono in relazione con le acque termali e con la leggenda che narrava l’intervento di esse per opera di Minerva. Che cosa vogliano indicare in quell’atto in cui sono rappresentate, non è dato rintracciare; ma io penso che queste tre Ninfe, le quali sono riprodotte costantemente alla medesima foggia, siano la riproduzione di qualche gruppo artistico restituito da Scipione ai Termitani.

E del pari io dico dell’ultima moneta. La Minerva è anch’essa riproduzione di qualche statua.