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210 francesco di palma

videro erroneamente le manette e i ceppi, che usarono per emblema i re di Francia, dopo la prigionia di Lodovico IX), e nella restante area, proprio ai lati inferiori di tale impronta, sorgono due gigli, cari ai re francesi, mentre intorno è segnata pure l’epigrafe CAMPIBASSI chiusa da puntini, invece della nota leggenda Nicola Come. L’epigrafe comincia e termina con una stella di sei raggi ai fianchi d’una crocetta posta in cima al castello, e più grossa di quelle impresse nelle altre monete di Campobasso. Il biglione è di qualità molto più scadente di quella delle altre comuni di detta città.

Quali le differenze tra l’attuale e la già cognita moneta campobassana?

Prima fra tutte la qualità del metallo, per la lega più bassa, inoltre i gigli non comparsi mai in altri esemplari, ed infine la dizione Campibassi in luogo della solita Nicola Come.

Date queste notevolissime varianti, non è possibile, a mio credere, assegnare alla nuova moneta il secolo XV inoltrato, come all’altra di Campobasso1, (che si vuole da taluno2 allogare in epoca molto più remota); ma bisogna rimontare all’occaso del XIV od all’alba del XV, non potendosi attribuirla a Nicola Monforte.

Ed infatti, se avesse avuta comune l’origine con l’altro tornese, che porta il nome del Conte Cola Monforte, per qual ragione questi, uomo ambiziosissimo3, avrebbe trasandato di porre il proprio nome sulla nostra moneta, nel tempo in cui egli, temuto e rispettato, cercava ogni mezzo per ostentare i diritti della sovranità, fra cui vi è quello di battere moneta?

D’altra parte quell’omissione, che non giovava punto al piccolo despota, sarebbe riuscita a tutto benefizio della città di Campobasso; poichè avrebbe potuto far intendere, che questa godeva di una certa libertà comunale, ed aveva ottenuto il privilegio di battere moneta, in quanto che solo ai

  1. De Petra G., Tesoretto di monete tornesi.
  2. De Saulcy Francesco, Numismatique des Croisades.
  3. Albini P., Lo stemma di Campobasso. ~ Perrella A., L’antico Sannio, ecc.