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di una nuova zecca dei conti aldobrandeschi | 207 |
+ S • LAVRENTIVS • e il busto del Santo da una parte, e + COMES • ANG-VIL • e croce, dall’altra1. Egli non si ingannò nell’attribuirla a quel Pandolfo conte dell’Anguillara, famoso guelfo che ebbe per conto della Chiesa grandi contese col suo vicino Pietro da Vico2 ma cadde in errore a crederla battuta nel 1275 in Viterbo, quando il Conte reggeva la potesterìa di quella città. E ornai noto che nessuna repubblica permise ai podestà di mettere il loro nome nelle monete, e quindi questa dovette essere stata battuta nel suo feudo dell’Anguillara3. E monete simili furono battute dallo stesso suo parente e rivale Pietro da Vico dei Prefetti di Roma nel castello di Vico4.
La moneta degli Aldobrandeschi, pubblicata dal Comm. Milanesi, appartiene a questo medesimo tempo, cioè alla metà del secolo XIII; e fu fatta coniare, non dal conte Aldobrandino VII da Pitigliano, bensì da Aldobrandino suo nipote detto S. Fiora, nato da Bonifazio suo figliuolo. Il tipo della moneta e le cose che sto per ricordare, danno la conferma.
Tra Aldobrandino maggiore e i fratelli Guglielmo, Bonifazio e Aldobrandino minore, figli del conte Aldobrandmo da Pitigliano, poco dopo la morte del padre, naccjuero grosse contese fino a farsi guerra tra di loro. Per ristabilire in qualche modo la concordia, nel 1216 fu dato incarico a Giovanni Giudice, console romano e podestà d’Orvieto, di dividere in quattro parti la contea5. Una delle quali fu
- ↑ V. Bellini, De Monetis Italiae medii evi, hactenus non evulgatis. Novissima dissertatiio. Ferrara, Rinaldi, 1779, p. 96.
- ↑ Cfr. Muratori, Scriptores rerum italicarum. Tomo III, Vita metrica.
- ↑ Nella collezione della R. Accademia dei Fisiocritici conservansi due esemplari di questa rara moneta.
- ↑ La moneta ha nel diritto: + peter d’vico Petrus de Vico, croce nel mezzo. Nel rovescio: + prefet’vrh’ Prefetus Urbis, busto del Prefetto con berretto in testa a pendagli e una rosa nella mano destra. Un esemplare di questa rarissima monetina, spedito a Roma perchè ne fosse tratto il disegno per illustrarla negli Atti della Società di Storia Patria Romana, malauguratamente venne smarrito. Vedesi pubblicata nel I Vol. delle Note storiche sul Monte dei Paschi, qui avanti citate.
- ↑ Fumi L., Codice diplomatico della città d’Orvieto. Firenze, Vieusseux, 1884, p. 74.