Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
205 |
Che la potente famiglia dei Conti Aldobrandeschi di Santa Fiora avesse battuto moneta, primo a darne sentore fu Giovan Battista Vermiglioli, nelle sue memorie Della Zecca e delle monete perugine2. Egli citò un documento perugino del 1267 dove sono ricordate alcune monete S. Flore, Viterbiensis et de Saxola. Ma la prima moneta degli Aldobrandeschi, posseduta dai sig. Mazzetti di Chiusi, fu fatta conoscere ai numismatici dal comm. Gaetano Milanesi, che la pubblicò con un’ampia illustrazione nel primo volume del Periodico di Numismatica e Sfragistica diretto dal compianto marchese Carlo Strozzi3. Il dotto illustratore molto si diffuse sulla ricerca del privilegio imperiale che accordò a questa illustre famiglia il diritto di batter moneta nel proprio feudo. E trovato che il 10 agosto 1164 l’imperatore Federico I, con privilegio munito di bolla d’oro, avevale concesso ampie regalie, egli crede che in virtù di quelle gli Aldobrandeschi avessero aperto la zecca. Non contraddirò il valente illustratore, ma forse gli Aldobrandeschi per batter moneta non ebbero bisogno dell’assenso imperiale, come ne fecero a meno alcune città, e altri feudatari che pur coniarono moneta nel tempo medesimo.