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topografia e numismatica dell’antica imera 19

Nel 254 la flotta romana, forte di trecento navi, si mostra alla costa nordica della Sicilia; con un assalto per mare, Palermo, la principale stazione cartaginese, cade in potere dei Romani, e poi le altre di Solocis, Cephalœdium, Tyndaris; sicché lungo la costa settentrionale non restava ai Cartaginesi che la sola Terme. Ma nel 252 anche questa era presa, ed infine C. Cecilio Metello riportava la strepitosa vittoria presso Palermo, Per la quale i Cartaginesi chiesero pace ai Romani. Da quest’anno Terme fu città romana, e quando nel 210 M. Valerio Levino dava assetto alla Sicilia, che fu la prima provincia romana, fu messa nel novero delle civitates decumanae1. Ma se già era decaduta dalla sua grandezza che aveva raggiunto prima del 409, come attesta Cicerone2, l’antica virtù ancor non era spenta. Quando dopo le guerre servili la lotta fu trasferita nelle mura della stessa metropoli tra Mario e Silla, un cittadino di Terme dette prova di animo generoso. In mezzo alle proscrizioni reciproche di Mario e Silla la Sicilia, straniera all’oggetto di quelle contese, divenne asilo per gli avanzi della fazione di Mario. Inviato da Silla, il giovane Gneo Pompeo in età di 22 anni appena, sbarcò allora per sopraffarli. Pure, malgrado le vittime del contrario partito immolate nell’isola, non era un tristo nè un violento costui; e a fronte di Stenio da Terme, il solo gran cittadino che si offra in quell’abbattimento della Sicilia romana, non ebbe a dimostrarsi minore nell’elevatezza generosa dell’animo. Venuto a Terme per punire la città dell’assistenza prestata ai seguaci di Mario, Stenio gli si parò incontro dicendo: " Non è giusto che pei rei soffrano

  1. Cic., Verr., Act. III.
  2. Oppidum in primis Siciliae clarum et ornatum (Verr., Act. II, L. II, c. 35).